Uva Rara: vitigno a bacca nera dell’ Oltrepò pavese, che dà origine alla DOC Oltrepò pavese, S. Colombano al Lambro, Ghemme, Colline novaresi, Fara e Sizzano. Viene altresì allevato nelle province di Vercelli e Novara. Grappolo medio-piccolo di forma allungata oppure corto e conico. Il suo nome deriva dalla caratteristica spargola del grappolo. Nell’800 l’uva rara venne confusa con altre tipologia come fece il Rovisenda (1877) e il Molon (1096) che la confusero con la Bonarda.
Sinonimi veri o presunti (Calò, Scienza e Costacurta, 2006): derivano da una tradizione popolare: Bonarda di Cavaglia, Balsamina, Oriola o Orianella, Rairone e altri ancora.
Attualmente gli ettari a uva rara sono circa 600.
Il vitigno è molto vigoroso, purtuttavia è sensibile all’oidio e alla peronospora resiste bene al marciume e alle avversità del clima gelato. Preferisce terreni collinari e argillosi.
Il vino, sebbene gradevolissimo in purezza, viene per lo più miscelato con la Barbera, Croatina e Vespolina. In purezza, come lo preferisco io, rivela profumi delicati come la viola e sapori fruttati di bosco, melograno, susine e marasca. Gradevole la tannicità e discreta è la persistenza.
Abbinamenti consigliati: Dai salumi e i formaggi di media stagionatura, al risotto con il taleggio, al coniglio e in genere alle carni bianche, ma anche rosse in piatti non troppo strutturati.
Cfr. J. Robinson, et al., Wine Grapes, A complete guide to 1.368 vine varieties, including their origins and flavours, Allen Lane 2012.