La Saccisica (Terra Saccensis) è quel tratto di territorio a sud-est di Padova, “infra Cornium et Brentam“, compreso tra i corsi d’acqua Cornio e Brenta che ne segnano i confini su tre lati, mentre il quarto lato, ad est, è rivolto verso le lagune: i maritimi fines. Per molti secoli l’uomo della Saccisica ha dovuto lottare con una natura selvaggia per renderla vivibile: regimentando le acque, bonificando terreni paludosi, fino a trasformare gli acquitrini in suolo produttivo.
Questa terra fu occupata dall’uomo fin dal Neolitico, abitato dai Veneti antichi, occupato “pacificamente” dai Romani (che, con la divisione agraria, attraverso la Centuriazione, diedero nuovo impulso e prosperità al territorio); fu poi conquistato dai Longobardi, sconfitti poi dai Franchi, dominato dagli imperatori germanici, retto dal Vescovo patavino-Conte della Saccisica, sfruttato dalle varie Signorie fino all’arrivo della Dominante: la Repubblica di Venezia.
Alla Serenissima, noi Saccensi, siamo debitori non soltanto nel campo dell’arte e dell’architettura dove ha lasciato delle tracce profonde, ma soprattutto per la saggia politica di difesa del territorio a partire dal miglioramento del sistema idraulico.