Il Castel Noarna, nell’omonimo borgo trentino, sorge su quella che fu un’antica fortificazione romana; esso domina magnificamente la Vallagarina, conservando intatto tutto il suo fascino. Dopo vari passaggi di proprietà dai Castelnuovo (1220) ai Castelbarco, alla fine del XV secolo il castello divenne proprietà dei conti Lodron che lo trasformarono, arricchirono ed abbellirono. Nicolò Lodron fece affrescare la scala principale del castello con opere di pregio che meritano da sole una visita al maniero.
Agli inizi del XVII secolo Paride Lodron , figlio di Nicolò, fu principe vescovo di Salisburgo, mentre Massimiliano Lodron, nipote di Nicolò, arricchì la stanza detta Stuba Magna, con scene di battaglia. Il castello divenne ahimé famoso nel XVII secolo per una storia di streghe che finirono sul rogo dopo vari tormenti nell’atmosfera lugubre e repressiva del post Concilio di Trento. Oggi il castello é sede dell’Azienda agricola Castel Noarna. Nel 1974 Giulio Zani acquistò da Alberico Lodron castello e terreni (oggi 7 ettari sono coltivati con bellissimi vigneti) e dal 1989 si producono vini bianchi e rossi che dal 2007 hanno imboccato la strada della biodinamica.
L’azienda Castel Noarna di Marco Zani assieme ad altri dieci produttori trentini (Cesconi, Foradori, Francesco Poli, Gino Pedrotti, Maso Furli, Molino dei Lessi, Rosi Eugenio, Vilar e Vignaiolo Giuseppe Fanti), ha sottoscritto il MANIFESTO DEI DOLOMITICI: “uniti dall’amicizia, dalla solidarietà e da una visione comune… per promuovere la valorizzazione dell’originalità e della diversità della viticoltura trentina nel rispetto di un’etica produttiva condivisa (http://www.idolomitici.com).
All’azienda Castel Noarna non manca proprio nulla di quel che serve per fare degli ottimi vini: tanto sole (esposizione dei vitigni est- sud-est) e il terreno calcareo- argilloso di buona struttura ricca di scheletro con un buon apporto di limo e con la giusta mineralità derivante da vari porfidi, ardesia e quarzo; a ciò si aggiunge la giusta escursione termica della posizione collinare che determina nelle uve interessanti sentori fruttati. Anche qui, come in tutta la valle dell’Adige, soffia l’Ora del Garda con i suoi molteplici benefici effetti sul clima e quindi anche sulle uve. L’azienda produce diversi “Dolomiti IGT” sia bianchi che rossi con etichette che ricordano la storia umana e vitivinicola dell’area trentina.
Tra i BIANCHI mi piace segnalare:
Le viti sono piuttosto giovani. L’uva subisce pigiatura soffice e quindi una breve macerazione sulle bucce. Mosto fermentato in legno non nuovo o acciaio. Parziale la malolattica. Affinamento in legno fino a primavera inoltrata.in presenza delle fecce. Ne risulta un vino fresco con gradevole profumo di fiori bianchi; in bocca agrumato, frutta esotica, nocciola e un retrogusto amarognolo che non disturba.
Viti di circa 30 anni: 3.500-6.800 piante/ettaro.
Spremitura soffice delle uve, breve macerazione sulle bucce; mosto fermentato in legno o acciaio. Parziale fermentazione malolattica. Affinamento in serbatoi di acciaio e legno in presenza delle fecce nobili, fino a primavera. Nella degustazione si nota una buona freschezza, un giusto equilibrio e la mineralità dei terreni, con infine sentori di frutta di garbata eleganza.
Tit. alc. 13% vol., circa 5000 bottiglie. Fermentazione in inox (50%) e in rovere usato con parziale malolattica. Affinamento in inox e in barrique di legno di rovere non nuove in presenza delle fecce fino a primavera inoltrata. Buona mineralità, avvertibile aromaticità con sentori di frutta esotica e pesca, buona freschezza e giusto equilibrio.
Le viti di Chardonnay hanno circa 30 anni; vendemmia selezionata delle uve raccolte a mano dalla seconda metà di settembre. L’uva é sottoposta a una pigiatura soffice; la resa uva/mosto é del 55%. La fermentazione avviene in acciaio e in botti di legno di rovere non nuove; parziale la fermentazione malolattica.
La visita al castello può essere una buona occasione per la degustazione anche dei ROSSI:
Viti di 6-12 anni; resa 1,5 kg/ceppo; vendemmia e selezione delle uve a mano dalla prima settimana di ottobre.
Fermentazione in acciaio e in barriques di rovere con completa fermentazione malolattica. Affinamento 12-18 mesi in legno sulle fecce nobili e almeno sei mesi in bottiglia.
Blend con base bordolese di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Lagrein, Teroldego. Viti di 6-12 anni; circa 6000 piante/ettaro e resa di 1,5 kg per ceppo.Vendemmia selezionata delle uve a mano dalla prima settimana di ottobre. Fermentazione in acciaio e barriques di rovere con malolattica completa. Affinamento da 12 a 18 mesi in legno con le fecce nobili, e almeno 6 mesi in bottiglia. Al naso sentori di piccoli frutti e contenuta speziatura. In bocca ritornano i frutti di bosco, il ribes s a cui si aggiunge un tannino garbato; fresco, minerale, equilibrato.
Anche inq uesto caso, come per il Mercuria, l’affinamento dai 12 ai 18 mesi avviene in legno sulle fecce nobili, e quindi per almeno 6 mesi in bottiglia. E’ il vino rosso top della casa col suo colore rosso rubino vibrante e coinvolgente come lo sanno dare i vini rossi di questo territorio tentino. Al naso è piuttosto coinvolgente e capace di riverberarsi in bocca in tutta la sua potenzialità con i tipici sentori dei piccoli frutti rossi e un gradevole speziato che non teme il passare del tempo.